Alla Scoperta dello Stato di Presenza

Vivere nello stato di presenza significa riconoscere che la vita non accade né nel passato né nel futuro, ma sempre e solo nell’adesso.

Eppure, la maggior parte di noi consuma energia cercando di rifare ciò che è già passato o di controllare ciò che ancora non esiste.

Il risultato è la disconnessione: ansia, frustrazione, senso di colpa e una sensazione permanente di vuoto.

Secondo Eckhart Tolle, maestro che ispira il mio cammino, “il momento presente è tutto ciò che hai”.

Quando ci radichiamo in questo istante, scopriamo una pace che non dipende dalle circostanze esterne.

L’adesso diventa un portale verso la coscienza, la chiarezza e la vera libertà.

Anche lo scrittore Jacob Petry, di cui ho l’onore di essere allieva, illumina questo percorso.

Ci ricorda che il potere di trasformare la vita non sta nello speculare sul futuro o nel rivivere il passato, ma nello scegliere con consapevolezza ciò che facciamo oggi, nell’unico tempo reale che esiste: il presente.

👉 Perché vivere nella presenza trasforma?

Perché il passato non può essere cambiato — può solo essere accettato e re-significato.

Perché il futuro è solo una proiezione — e, quando cerchiamo di controllarlo, generiamo ansia.

Perché l’adesso è l’unico luogo in cui abbiamo il potere di agire, sentire e decidere.

Essere presenti è un esercizio quotidiano: respirare consapevolmente, osservare i propri pensieri, accogliere le emozioni senza identificarsi con esse. È semplice, ma profondamente trasformativo.

La presenza non cancella le sfide, ma ci dona la chiarezza necessaria per attraversarle.

Non elimina il dolore, ma ci insegna che siamo più grandi di esso.

E, soprattutto, ci ricorda che la vita non è una promessa lontana — è ciò che pulsa, qui e ora.